Una zolletta di memoria
Non ci sono dubbi: lo zucchero influenza positivamente i processi della memoria. Gli studi più eclatanti sono quelli che hanno visto come protagonisti gli anziani ma, c’è di più. Lo zucchero e in particolare il glucosio, attraverso il setto mediale è in grado di agire sull’ippocampo, una regione profonda del cervello che agisce come centro di smistamento delle informazioni e che secondo le ultimissime ricerche neurobiologiche è coinvolto nei processi dell’apprendimento e della memorizzazione. Perchè il glucosio abbia questa capacità di stimolazione non è ancora del tutto chiaro e sono in corso ulteriori ricerche per capire quali sono i meccanismi coinvolti. Queste prime scoperte aprono anche la strada ad altri studi per mettere a punto una terapia farmacologica in grado di intervenire sulle alterazioni della memoria causate dall’invecchiamento o da traumi cranici.
Un’arma contro l’insonnia
Nel corso delle ricerche sulla memoria è emerso un altro dato importante. Lo zucchero ha un effetto benefico sul sistema nervoso centrale. Come? Agirebbe sulla concentrazione di serotonina nel cervello, cioè di quel mediatore chimico che ha la capacità di indurre il senso di rilassamento e di favorire il sonno. In pratica, quando si assumono zuccheri da soli si ha un aumento di triptofano, della tirosina e della fenilalanina, cioè degli aminoacidi che stimolano la produzione di serotonina. Attenzione però. Questo effetto non si verifica se insieme agli zuccheri si assumono delle proteine, come è stato notato nel corso di un recente studio sui rapporti tra alimentazione, sonno e pianto nei bambini. I ricercatori non hanno trovato una correlazione tra assunzione di lattosio e durata del sonno, mentre si è avuta una diminuzione del pianto in seguito al consumo di zuccheri.
Perché l’importanza degli zuccheri
Gli esperti della FAO (Organizzazione per L’Alimentazione e per 1’ Agricoltura delle Nazione Unite) e dell’OMS (Organizzazione della Sanità), dopo aver esaminato e vagliato i dati e le evidenze scientifiche, hanno concluso che lo zucchero ed i carboidrati di varia origine alimentare, non sono responsabili della sovralimentazione e dell’obesità, neppure di altre malattie quali il diabete, i disturbi cardiovascolari ed alcune forme di tumore.
Il ruolo dei carboidrati nel mantenimento della salute
I molteplici benefìci per la salute fomiti dai carboidrati vanno riconosciuti. Gli alimenti a base di carboidrati forniscono molto di più che solamente energia. La quota alimentare deve contenere almeno il 55% dell’energia totale da fonti varie di carboidrati per tutte le età, salvo per i bambini al di sotto dei due anni. L’assunzione di maggiori quantità di carboidrati è richiesta solamente per attività fisiche protratte a lungo e con massimo sforzo.
Una dieta protettiva
Oggi si sa che l’alimentazione ha un ruolo di primo piano nello sviluppo delle forme tumorali, tanto da esserne responsabile del 30% dei casi. L’attenzione dei ricercatori, negli ultimi anni, si è dunque focalizzata anche sull’eventuale ruolo svolto dagli zuccheri nello sviluppo di alcune forme tumorali. Gli zuccheri ne sono usciti assolti: non incrementano il rischio di tumore del polmone, della mammella, dello stomaco, della prostata, del pancreas, del fegato, e della cervice. Anzi. E’ stato dimostrato che, una dieta a base di alimenti con un alto tenore in carboidrati non amidacei, rappresenta una valida protezione contro il tumore del retto e del colon.
Non è vero che…
Non è vero che gli zuccheri siano responsabili dell’obesità. Secondo i dati clinici e scientifici, infatti, una dieta che fornisce almeno il 55% dell’energia complessiva giornaliera tramite carboidrati di varia origine alimentare, riduce la possibilità di accumulo dei grassi nell’organismo. Per coprire il proprio fabbisogno energetico, l’organismo, ricorre soprattutto alle scorte di carboidrati, poi utilizza le proteine. I grassi sono mobilizzati per ultimi e se, quindi, sono presenti in eccesso rispetto alle residue alle residue esigenze di energia, vengono trasformati in tessuto adiposo. Questo è il motivo per cui, seguendo una dieta ad alto contenuto di carboidrati ed a bassa percentuale di grassi, è possibile mantenere più facilmente sotto controllo il peso corporeo.
Zuccheri e sport
Nell’atleta, gli zuccheri, diminuiscono la sensazione di fatica ed aumentano la qualità delle prestazioni sportive e le fonti devono essere diversificate. In questi ultimi anni, c’è stata un’eccessiva enfatizzazione del ruolo delle proteine nel rinforzare la muscolatura e nel garantire più energia, ed una sottovalutazione dei benefici che si possono ottenere dagli zuccheri. La dieta di chi fa sport, salvo esigenze specifiche e valutabili da medici specialisti, deve esser così ripartita: 55% dell’energia deve provenire dagli zuccheri, il 30% al massimo dai grassi, il 10-15% dalle proteine. La qualità, probabilmente più importante per uno sportivo, è la sua capacità di resistenza durante l’attività. Per aumentarla, a parità di allenamento, basta poco: modificare la dieta. Si è visto infatti che, chi segue un’alimentazione ad alto contenuto di zuccheri, raddoppia la sua capacità di resistenza rispetto a chi segue una dieta normale, mentre, in chi inserisce nella sua alimentazione soprattutto proteine e grassi, si verifica una diminuzione del 50% della resistenza. Una serie di studi condotti nell’arco di dieci anni, ha dimostrato che c’è una relazione molto stretta tra qualità della prestazione sportiva e concentrazione di glicogeno (le catene costituite da glucosio) nei muscoli, tanto che si verifica una minore sensazione di stanchezza dopo uno sforzo fisico prolungato negli sportivi che presentano, in partenza, una maggiore concentrazione di glicogeno. Partendo da questa importante considerazione, si è analizzata l’influenza della dieta nel modificare lo stato dei muscoli, per capire qual è il regime alimentare più indicato ai fini del potenziamento della resistenza. La conclusione è stata che, se lo sportivo consuma prevalentemente alimenti ricchi di zuccheri nei tre giorni prima della competizione ed in parallelo diminuisce l’intensità degli allenamenti, incrementa la concentrazione di glicogeno nei muscoli. Ma quali zuccheri preferire? Non esiste alcuna sostanziale differenza tra zuccheri semplici e complessi, in quanto tutti garantiscono sempre un incremento della resistenza, ogni situazione va valutata specificamente.
Prove sportive
L’importanza della dieta, nell’aumentare le riserve di glicogeno nei muscoli, ai fini del miglioramento della capacità di resistenza, è stato dimostrato scientificamente e clinicamente. I ricercatori hanno esaminato l’influenza di tre tipi di dieta sulla sintesi di glicogeno durante il riposo, dopo un esercizio fisico prolungato che consisteva in allenamenti in bicicletta e che aveva prodotto un impoverimento delle riserve di glicogeno nei muscoli. Gli sportivi sono stati suddivisi in tre gruppi ed ogni gruppo ha seguito, per tre giorni una dieta diversa: mista, cioè a base di zuccheri, grassi e proteine; a basso contenuto di zuccheri e con elevato apporto di grassi e di proteine; ricca di zuccheri e povera di grassi e di proteine. I risultati dello studio sono stati a favore della dieta che apportava prevalentemente zuccheri, in quanto ha permesso un maggiore recupero delle riserve di glicogeno nei muscoli rispetto agli altri due schemi alimentari.